DONNESENZAVOLTO 2020, A TARANTO

Le stanze, come spazi fisici e mentali, sono il tema della mostra fotografica Rooms delle artiste del collettivo DonneSenzaVolto, che venerdì 6 marzo 2020 (ore 19) s’inaugura al Circolo fotografico “Il Castello” di Taranto (via Plinio 85), dove l’esposizione, realizzata con il patrocinio della Fiaf (Federazioni italiana associazioni fotografiche) rimarrà aperta al pubblico con ingresso libero sino all’8 marzo (ore 10-12 e 18-20).

Madrina del vernissage sarà la critica Federica Cerami, curatrice di mostre e progetti ed esperta di fotografia terapeutica, un modo per scoprire se stessi e gli altri attraverso uno strumento, la fotografia, per l’appunto, che oltre ad essere un’arte, un registratore di ricordi e un mezzo di informazione, può essere considerato un modo di esprimere i sentimenti in un determinato istante.

E di istanti parlano gli scatti di Rooms realizzati da Alessandra Angeletti, Enza Cartellino, Silvia Cristofaro, Valeria Dimaggio, Stefania di Tommaso, Maria Michela di Biasi, Francesca Famá, Roberta Laviola, Letizia Lo Prete, Debora Masciavè, Valeria Merlo, Ilaria Morello, Federica Moscatelli, Valentina Pellegrino, Federica Petruzzi, Miriam Putignano, Giulia Quaranta, Forse Eleonora Ressa, Nicoletta Spinelli e Tiziana Ruggiero.

Scatti che al centro hanno stanze intese come luogo fisico delimitato da pareti, oppure come parte di un’interiorità che domanda di rimanere segreta.
Le stanze possono essere chiuse, o aperte, possono conservare i segreti, le abitudini, le solitudini delle persone che le vivono. Possono custodire mobili e oggetti oppure essere completamente spoglie. E talvolta mettere in comunicazione spazi diversi, l’interno e l’esterno, oppure i luoghi della veglia e del riposo. Camere nuove e mai abitate prima, appena prese in affitto, a volte condivise con sconosciuti o con bambini che scrivono a penna sui muri, ma anche dimore di anziani, cariche di cose inutili che non si è riusciti a buttar via.
In un senso più intimo e personale, le stanze possono anche essere cassetti per custodire il ricordo di qualcuno, la bellezza di un gesto, un amore lontano nel tempo o nello spazio. O anche, rappresentare luoghi immaginari nei quali ci si nasconde per fuggire dalle aspettative altrui e riposarsi. Dimensioni in cui provare a ritrovarsi, scoprendosi diverse da come ci si aspettava di essere.

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